Ho iniziato a studiare le prime tecniche tanti anni fa, nel 1984 esattamente 35 anni or sono.
Fu quasi per caso che chiedendo alla mia Guida Spirituale, Padre GianVittorio Cappelletto Sj. che non ringrazierò mai abbastanza,
se dovessi frequentare una scuola di shiatsu, mi sentii rispondere che forse avrei dovuto iniziare con la Riflessologia Plantare, più semplice e alla mia portata in quel momento.
Sinceramente non sapevo neppure cosa fosse la Riflessologia,
io arrivavo da un contesto di tutt’altro genere, avevo appena
chiuso uno studio fotografico e prima ancora ero operaio generico.
Insomma i massaggi non erano esattamente nei miei pensieri, tuttavia stavo entrando a passi felpati in un periodo della mia vita fatto di una consapevolezza differente dal mio precedente vissuto.
La meditazione trascendentale divenne la compagna giornaliera,
le pratiche salutistiche mi aiutarono ad affinare la mia sensibilità
nei confronti della natura e delle sue infinite proprietà terapeutiche.
Compresi quanto è meraviglioso l’essere umano, quante
possibilità di benessere abbiamo a portata di mano semplicemente
utilizzando le nostre mani.
Così iniziai con un piccolo breve corso di Riflessologia che
mi fece innamorare di queste tecniche che allora non si
chiamavano ancora olistiche ma che venivano considerate
alla stregua di una moda più o meno passeggera di persone
un po' strambe risultato di una cultura post “figli dei fiori”
con tanto di barba lunga e capelli al vento.
Vero, all’epoca era così, non capivo ancora bene la portata
di questi trattamenti e se parlavo di agopuntura con le dita
o di punti riflessi o peggio dell’energia dei fiori ero guardato
abbastanza stranamente, tuttavia ero sempre più cosciente
di cosa poteva smuovere nelle persone un semplice tocco.
Negli stessi anni in cui imparai la Riflessologia, nella mia Torino
aprì la sua prima scuola di shiatsu in Italia uno dei tre maestri allora viventi,
Wataru Ohashi, da cui appresi la sua tecnica di trattamento
dei meridiani energetici, da quel momento quello che era iniziato quasi per pura passione divenne la mia attività principale.
Certo, allora non c’erano molte possibilità di lavoro perché
queste tecniche non erano riconosciute da nessuno e chi le
praticava era praticamente un abusivo senza ne tutele ne
titoli, spesso in questi corsi non veniva concesso neppure
un semplice attestato non parliamo poi di diplomi.
Chi voleva lavorare seriamente con i massaggi doveva
frequentare esclusivamente la scuola triennale di fisioterapia
che all’epoca era ancora chiamata tdr “terapisti della riabilitazione”
oppure il corso di massofisioterapia di due anni che
permetteva di lavorare anche nelle strutture pubbliche
come “massaggiatore”.
Così dopo un concorso entrai nella rosa dei 25 prescelti
da questa scuola e ottenni il mio bravo diploma di Massofisioterapista.
Dentro di me sapevo fin troppo bene che la riabilitazione
ortopedica non era esattamente ciò che chiedevo al
massaggio, ero troppo attratto da altre energie e già
durante la scuola, unico in tutto l’ospedale, utilizzavo i
miei oli medicati fatti con oleoliti di piante raccolte e
lavorate da me oppure con oli essenziali scelti in base
alle patologie che mi si presentavano.
All’esame finale mi presentai con una tesi sperimentale
proprio sull’ “Aromaterapia e Fitoterapia nella pratica del massaggio”
che faticai non poco a farmela accettare perché
come mi dissero, non c’erano i medici preparati a poterla giudicare,
cosa che mi fece veramente ridere .
Dopo vennero, negli anni, molte altre tecniche, Cranio -Sacrale,
massaggio Ayurvedico Californiano e altre ancora
che amo e che utilizzo spessissimo e nelle quali mi riconosco.
Sono tecniche molto differenti fra loro certamente, ma tutte
con una base che le accumuna nel novero delle discipline
olistiche ovvero quelle pratiche in cui è la persona l’obiettivo
del lavoro e non solo il suo malanno.
Mi sento di aggiungere una cosa molto importante
al riguardo di questi trattamenti ovvero che nei “massaggi”
-uso questo termine in modo generico- vi è una sinergia,
un coinvolgimento di chi lo esegue con chi lo riceve,
a differenza della semplice assunzione di un rimedio per
naturale che possa essere.
Le energie che sono messe in gioco sono proprie delle
persone stesse e se vogliamo dei prodotti che vengono utilizzati.
Questo è ciò che mi piace e che mi intriga dei “massaggi”
qualsiasi sia la tecnica usata.
Ogni trattamento è sempre differente perchè i due
artefici sono differenti in quel preciso momento storico
in cui si svolge.
Quella che era iniziata come una semplice passione
ora è diventata attività principale in continuo
movimento e crescita.
Ogni seduta è una esperienza e ogni esperienza è crescita.
In questo modo intendo il massaggio e solo in questo
modo mi piace lavorare, oltre le tecniche, oltre le barriere
di cui ci circondiamo, oltre noi stessi addirittura,
scegliendo ogni volta cosa è meglio in quel momento.
Questo sono io e così sono i miei massaggi.
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