Tanti
anni or sono ebbi la fortuna di conoscere Wataru Ohashi uno dei tre maestri di
shiatsu allora in vita e alla fine della sua scuola ci disse una frase che mi
rimase impressa :
“Avete studiato, avete imparato, ora dimenticate tutto e lasciate che lo Shiatsu esca dalle vostre mani senza i blocchi, i giudizi e le pastoie della vostra mente”.
“Avete studiato, avete imparato, ora dimenticate tutto e lasciate che lo Shiatsu esca dalle vostre mani senza i blocchi, i giudizi e le pastoie della vostra mente”.
Questo
concetto l’ho fatto mio e mi segue da quel momento in ogni trattamento che eseguo,
se una persona viene nel mio studio non vuole solo una tecnica, bensì lo vuole
da me, mediato dalla mia esperienza, dalla mia capacità e dalla mia competenza.
Partendo
dal principio che ogni persona è unica e irripetibile è logico pensare che non
sia possibile applicare la stessa tecnica in modo ripetitivo e perennemente
uguale su ogni cliente, ogni massaggio è differente perché la persona è
differente, il momento è differente e anche io lo sono.
Così ho
elaborato una domanda che costantemente mi pongo ovvero “cosa posso fare di
più, di meglio?” anche nelle pause settimanali, fra un massaggio e il
successivo, quella persona è presente nei miei pensieri ed elaboro e rielaboro
tecniche, manovre e accorgimenti perché il prossimo appuntamento possa essere
migliore, più rispondente e più gradito.
Ogni
volta, senza mai fermare la mia voglia di conoscere e di migliorare.
Qualunque
sia la tecnica scelta in fase di colloquio iniziale sono sempre pronto a
variare, cambiare, proporre e inserire tecniche nuove.
Lavoro
così, massima attenzione alla persona, alla sua sensibilità e al suo star bene,
nulla è lasciato al caso, che si tratti delle manualità come del lenzuolino, tutto
è sempre frutto di ricerca e di scelta precisa.
Poi,
quando il lavoro è stato ben pianificato, sono felice di mandare all'aria tutto
quanto perché, magari, la stessa persona viene in studio con una esigenza totalmente
differente e allora si ribalta tutto, senza un attimo di ripensamento.
Questo
è il mio lavoro e così lo eseguo, non ha importanza che sia Ayurvedico,
Californiano o altro, importante è la persona che è salita sul mio lettino in
quel momento.
Buona
Vita.
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