QUALE MASSAGGIO?





Quando dico che sono massaggiatore la prima domanda che mi viene posta è sempre “Che bello …. quali massaggi fai?”.

Certo, è normale che dopo più di 35 anni di professione conosca ed esegua molti trattamenti differenti ma non è questo che mi colpisce in questa domanda, bensì è la richiesta delle differenze fra le varie tecniche che mi fa pensare alla poca, scarsa e spesso nulla conoscenza di questa antica arte.



Devo dire che già da diversi anni si è iniziato a parlare di tecniche di massaggio e soprattutto dall’oriente sono giunte moltissime manualità che oggi vengono usate nei trattamenti olistici.

Il fatto che oggi si riscoprano questi antichi massaggi fa pensare a come i popoli da sempre abbiano pensato al loro benessere e lo declinassero in trattamenti ben diversi fra loro come manualità.

Probabilmente le tradizioni, il luogo dove vivevano, la loro cultura o anche il clima o addirittura la religione di questi popoli, hanno contribuito alla creazione di sequenze manuali ben precise.

Oggi, per esempio, conosciamo il massaggio hawaiano dove le manualità ricordano il movimento e il susseguirsi delle onde oceaniche, oppure il massaggio Anma, precursore del Tuinà e di tutte le manualità della medicina tradizionale cinese, molto legato alla digitopressione sui punti di agopuntura tipica di quella terra.




Conosciamo il massaggio Svedese, abbastanza recente nella sua codificazione, che riprende una cultura scientifica occidentale poco propensa alle emozioni e molto di più al razionale.

Abbiamo ancora il massaggio neozelandese Miri-Miri che coniuga la dolcezza della Polinesia alla forza guerriera del popolo Maori.

Tutti i popoli hanno cercato nei secoli di sfruttare al meglio le loro conoscenze e oggi, grazie alla tecnologia possiamo attingere a questo enorme bacino di tradizioni e di intuizioni per il nostro benessere.


Sì, siamo fortunati, possiamo scegliere e questa è una possibilità a cui raramente facciamo caso, presi come siamo dalla straordinaria offerta di merci e di cose che giornalmente ci vengono offerte da chicchessia senza neppure che venga chiesto loro di farlo.

Anche e soprattutto nell’ambito del benessere personale dobbiamo scegliere, non sempre e non tutto ciò che ci viene presentato serve o ci è utile.

Nel campo dei massaggi, poi, la scelta è fondamentale, con l’avvento della scienza olistica il panorama dei trattamenti fisici è andata crescendo moltissimo.

Dapprima è stata moda, ricordo benissimo i primi anni ’80 quando in Italia si iniziava a parlare di Riflessologia o di Shiatsu ed eravamo scambiati per invasati o creduloni, sicuramente aderenti alla filosofia Hippy se non a qualche strana setta legata a santoni ( logico no? ) sicuramente indiani che ovviamente facevano uso di sostanze strane in una escalation di giudizi e sentenze che oggi fanno, per fortuna, solo ridere.


Ci sono voluto circa quarant’anni per cambiare le cose e oggi possiamo dire che questi trattamenti hanno assunto il posto che meritano nel campo delle scienze olistiche.

Certo, il cammino è ancora lungo e lo sarà sempre, tutto è in evoluzione, anche i massaggi, quello che si sta cercando di fare, nella nostra società e di far capire le differenze fra i vari trattamenti, non solo la conoscenza della loro esistenza.

Tra un Decontratturante e un Californiano c’è una differenza abissale come se, nello sport, parlassimo di danza classica e rugby.

Tutte due splendide attività con caratteristiche peculiari ciascuna ma totalmente differenti per preparazione e risultati fisici.


Ad ogni persona si deve adattare un massaggio diverso perché diversa è la persona stessa.
Il professionista del massaggio ha questa grande e bellissima responsabilità, di cercare nelle sue conoscenze il trattamento migliore e più confacente al suo cliente.

Questo in base a molti fattori, non sempre solo fisici, non per nulla l’olismo prende in considerazione Mente e Spirito oltre al Corpo.

Detto questo, che non sempre è di facile comprensione, dobbiamo aggiungere ancora una variabile molto importante direi fondamentale per la buona riuscita del nostro lavoro e mi riferisco all’adattamento di ogni tecnica alla persona trattata.

Questo è un fondamento irrinunciabile e imprescindibile di ogni trattamento olistico degno di tale nome, non basta applicare una tecnica, bisogna che questa venga eseguita sulla e soprattutto per, la persona che la riceve.



Esattamente come un abito di sartoria, non basta scegliere se cucire un abito tre pezzi, un tailleur, o un party smoking, questo è il primo passo frutto di ciò che serve ottenere, dopo devo scegliere la stoffa con cui confezionarlo e soprattutto cucirlo su misura per la persona che lo richiede.

La stessa cosa si deve applicare al massaggio, cosa serve ottenere, quindi quale trattamento eseguire ed eseguirlo per quella precisa persona.

Solo in questo modo possiamo raggiungere il massimo che il nostro semplice massaggio ci può regalare ed è sempre una grande soddisfazione sia riceverlo che eseguirlo.


Il colloquio iniziale con il massaggiatore è fondamentale quasi come il trattamento stesso.  

Pensaci la prossima volta che richiedi un “semplice” massaggio. 




Buona Vita !    











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