Chi non ha mai
sentito parlare di Riflessologia Plantare alzi una mano, ma quanti possono dire
di conoscerla per davvero?
Questo fa comprendere
bene come un trattamento così importante e con capacità terapeutiche vastissime
ma così semplice da eseguire sia passato in second’ordine a tantissime altre
tecniche olistiche.
Quando si nomina la
RIFLESSOLOGIA PLANTARE (R.P.) immediatamente ci si sente rispondere “ ah,
sì, il massaggio ai pedi” spesso con
una piccola smorfietta di disgusto.
Questa tecnica risale
circa a 5000 anni fa, è stata immortalata in pitture egizie nella Tomba dei
Medici a Saqqara nel 2330 A.C., si conosce come Ippocrate insegnasse una sorta
di massaggio ai piedi ai suoi allievi, è conosciuta ed utilizzata dalla maggior
parte delle medicine dell’antichità come la medicina Ayurvedica o quella Cinese.
La R.P. è stata
oggetto di intensi studi da parte di medici occidentali nel secolo scorso ad iniziare dal padre della massoterapia il
dottor H. Ling e a seguire una schiera di altre figure non meno importanti
come Sir Henry Head che scoprì l’effetto
anestetico di alcuni punti, il medico William Fitzgerald che codificò la mappa
plantare dei punti riflessi considerato il padre della Riflessologia moderna.
Edwin F. Bowers medico newyorkese che assieme alla terapista
Eunice Ingham diedero vasta eco a questi studi e alle loro applicazioni.
WILLIAM FITZGERALD
Nella nostra Italia dobbiamo attendere la fine degli anni 30
del secolo scorso perché si inizi a parlare di R.P. grazie a due medici, Giuseppe
Calligaris e Nicola Gentile che pubblicarono diversi studi su questa materia e
che furono immediatamente ostracizzati da buona parte del mondo medico
accademico dell’epoca che impedirono ulteriori approfondimenti sulla materia.
Sono venuto a conoscenza di questo trattamento nel 1986 a
Torino frequentando un breve corso dove semplicemente mi vennero insegnati i
punti riflessi sulla pianta e sul dorso del piede.
Arrivavo da tutt’altra cultura, all’epoca mi interessavo di
fotografia con un mio studio e prima ancora ero stato operaio addetto a
impianti di riscaldamento, totalmente un altro mondo, ancora oggi ammetto che
quel breve corso mi fece letteralmente innamorare di questa tecnica e del mondo
dei massaggi olistici in seguito.
Oggi a distanza di quasi 35 anni ho capito molte cose sulla
R.P. e comprendo come questa tecnica sia così misconosciuta, il motivo, secondo
me, è da ricercarsi proprio nella sua zona di applicazione, I PIEDI !
Apparentemente quando si nominano i piedi, le persone hanno
un moto immediato di difesa imputabile alla solita credenza della puzza, del
sudore, della zona a contatto con la terra e quindi sporca e tutta una serie di
motivazioni o credenze dure a morire e profondamente radicate da millenni di sciocche
superstizioni.
Dietro a queste però, si cela una realtà ben differente,
inaspettata quanto intimamente legata alla nostra entità più profonda.
È stato detto che nei nostri piedi esiste una mappa dei punti
riflessi di tutti i nostri organi e visceri corporei, quindi possiamo dire che
tutto il nostro corpo si riflette sui nostri piedi.
Sappiamo con certezza che i nostri piedi variano la loro
forma e subiscono delle piccole variazioni cutanee ( nei, rughe, tumefazioni,
calore, colore) in base alla nostra situazione di salute -non solo fisica- alla
nostra età, agli eventuali traumi fisici ed emotivi pregressi.
Sappiamo che i nostri piedi emettono umori con sentori più o
meno agri o acidi a seconda del nostro livello di stress o di cattiva alimentazione.
Sappiamo ancora che i nostri piedi sostengono tutto, e per
tutto non intendo solo il nostro peso.
Ora, sulla base di queste considerazioni possiamo comprendere
che importanza hanno le nostre estremità, possiamo anche capire come tutte
quelle credenze e superstizioni che si portano appresso da sempre altro non
siano che una personale sorta di difesa inconscia a dare in mano ad altri tutti
noi stessi con le nostre emozioni le nostre magagne, le nostre più profonde
intimità, la nostra stessa vita insomma.
Nella mia esperienza di massaggiatore ho visto tantissime
persone che senza alcun problema scoprivano il loro corpo per prepararsi al
massaggio ma tenevano le calze di cotone come fosse un’ultima barriera di
difesa, come una sorta di corazza invalicabile.
Le persone che permettono ad un terapista di lavorare sui
loro piedi stanno davvero permettendogli di toccare la loro vita.
I piedi parlano, a chi sa ascoltare, raccontano tante cosa
prima ancora che vengano toccati, bisogna uscir fuori dai parametri comuni ed
aprire il cuore, bisogna lasciare che le persone possano “entrare” in
noi allora si potrà capire meglio come fare, quali zone chiedono di essere
trattate e quali no.
La RIFLESSOLOGIA PLANTARE non è un semplice pigia pigia che tanto
male non fai, ma tutt’altro, è un incontro di energie differenti allo scopo
di portare serenità e benessere.
Certo, potrei fare un elenco lunghissimo di cose in cui l’intervento
riflessologico ha funzionato e funziona tutt’ora ma non è questo lo scopo di
questo articolo.
Ciò che intendo è poter far comprendere a più persone
possibile l’importanza e la vera essenza della Riflessologia che per troppi
anni è stata relegata in un campo simile o confinante con la stregoneria più
sciocca.
Principalmente possiamo dire che la R.P. genera un intenso
stato di relax durante il trattamento e di conseguenza un profondo benessere,
questa condizione sta alla base della maggior parte degli interventi.
Qualsiasi sia la patologia in atto, poterla affrontare senza
stress è fondamentale, stati di depressione o di ansia trovano nella
Riflessologia un validissimo supporto,
allergie, stati debilitativi e tante
altre situazioni hanno un supporto fondamentale nella R.P.
Ora quando parliamo di Piedi possiamo farlo con una maggiore
coscienza.
Buona Vita e Buona Riflessologia
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