sabato 6 luglio 2019

RIFLESSOLOGIA PLANTARE




Chi non ha mai sentito parlare di Riflessologia Plantare alzi una mano, ma quanti possono dire di conoscerla per davvero?


Questo fa comprendere bene come un trattamento così importante e con capacità terapeutiche vastissime ma così semplice da eseguire sia passato in second’ordine a tantissime altre tecniche olistiche.

Quando si nomina la RIFLESSOLOGIA PLANTARE  (R.P.)  immediatamente ci si sente rispondere “ ah, sì, il massaggio ai pedi”  spesso con una piccola smorfietta di disgusto.

Questa tecnica risale circa a 5000 anni fa, è stata immortalata in pitture egizie nella Tomba dei Medici a Saqqara nel 2330 A.C., si conosce come Ippocrate insegnasse una sorta di massaggio ai piedi ai suoi allievi, è conosciuta ed utilizzata dalla maggior parte delle medicine dell’antichità come la medicina Ayurvedica o quella Cinese.

La R.P. è stata oggetto di intensi studi da parte di medici occidentali nel secolo scorso  ad iniziare dal padre della massoterapia il dottor H. Ling e a seguire una schiera di altre figure non meno importanti come  Sir Henry Head che scoprì l’effetto anestetico di alcuni punti, il medico William Fitzgerald che codificò la mappa plantare dei punti riflessi considerato il padre della Riflessologia moderna.

Edwin F. Bowers medico newyorkese che assieme alla terapista Eunice Ingham diedero vasta eco a questi studi e alle loro applicazioni.

WILLIAM FITZGERALD

Nella nostra Italia dobbiamo attendere la fine degli anni 30 del secolo scorso perché si inizi a parlare di R.P. grazie a due medici, Giuseppe Calligaris e Nicola Gentile che pubblicarono diversi studi su questa materia e che furono immediatamente ostracizzati da buona parte del mondo medico accademico dell’epoca che impedirono ulteriori approfondimenti sulla materia.

Sono venuto a conoscenza di questo trattamento nel 1986 a Torino frequentando un breve corso dove semplicemente mi vennero insegnati i punti riflessi sulla pianta e sul dorso del piede.

Arrivavo da tutt’altra cultura, all’epoca mi interessavo di fotografia con un mio studio e prima ancora ero stato operaio addetto a impianti di riscaldamento, totalmente un altro mondo, ancora oggi ammetto che quel breve corso mi fece letteralmente innamorare di questa tecnica e del mondo dei massaggi olistici in seguito.

Oggi a distanza di quasi 35 anni ho capito molte cose sulla R.P. e comprendo come questa tecnica sia così misconosciuta, il motivo, secondo me, è da ricercarsi proprio nella sua zona di applicazione, I PIEDI !

Apparentemente quando si nominano i piedi, le persone hanno un moto immediato di difesa imputabile alla solita credenza della puzza, del sudore, della zona a contatto con la terra e quindi sporca e tutta una serie di motivazioni o credenze dure a morire e profondamente radicate da millenni di sciocche superstizioni.

Dietro a queste però, si cela una realtà ben differente, inaspettata quanto intimamente legata alla nostra entità più profonda.

È stato detto che nei nostri piedi esiste una mappa dei punti riflessi di tutti i nostri organi e visceri corporei, quindi possiamo dire che tutto il nostro corpo si riflette sui nostri piedi.

Sappiamo con certezza che i nostri piedi variano la loro forma e subiscono delle piccole variazioni cutanee ( nei, rughe, tumefazioni, calore, colore) in base alla nostra situazione di salute -non solo fisica- alla nostra età, agli eventuali traumi fisici ed emotivi pregressi.

Sappiamo che i nostri piedi emettono umori con sentori più o meno agri o acidi a seconda del nostro livello di stress o di cattiva alimentazione.


Sappiamo ancora che i nostri piedi sostengono tutto, e per tutto non intendo solo il nostro peso.



Ora, sulla base di queste considerazioni possiamo comprendere che importanza hanno le nostre estremità, possiamo anche capire come tutte quelle credenze e superstizioni che si portano appresso da sempre altro non siano che una personale sorta di difesa inconscia a dare in mano ad altri tutti noi stessi con le nostre emozioni le nostre magagne, le nostre più profonde intimità, la nostra stessa vita insomma.

Nella mia esperienza di massaggiatore ho visto tantissime persone che senza alcun problema scoprivano il loro corpo per prepararsi al massaggio ma tenevano le calze di cotone come fosse un’ultima barriera di difesa, come una sorta di corazza invalicabile.

Le persone che permettono ad un terapista di lavorare sui loro piedi stanno davvero permettendogli di toccare la loro vita.

I piedi parlano, a chi sa ascoltare, raccontano tante cosa prima ancora che vengano toccati, bisogna uscir fuori dai parametri comuni ed aprire il cuore, bisogna lasciare che le persone possano “entrare” in noi allora si potrà capire meglio come fare, quali zone chiedono di essere trattate e quali no.

La RIFLESSOLOGIA PLANTARE non è un semplice pigia pigia che tanto male non fai, ma tutt’altro, è un incontro di energie differenti allo scopo di portare serenità e benessere.

Certo, potrei fare un elenco lunghissimo di cose in cui l’intervento riflessologico ha funzionato e funziona tutt’ora ma non è questo lo scopo di questo articolo.

Ciò che intendo è poter far comprendere a più persone possibile l’importanza e la vera essenza della Riflessologia che per troppi anni è stata relegata in un campo simile o confinante con la stregoneria più sciocca.

Principalmente possiamo dire che la R.P. genera un intenso stato di relax durante il trattamento e di conseguenza un profondo benessere, questa condizione sta alla base della maggior parte degli interventi.

Qualsiasi sia la patologia in atto, poterla affrontare senza stress è fondamentale, stati di depressione o di ansia trovano nella Riflessologia un validissimo supporto,
allergie, stati debilitativi e tante altre situazioni hanno un supporto fondamentale nella R.P.

Ora quando parliamo di Piedi possiamo farlo con una maggiore coscienza.


Buona Vita e Buona Riflessologia










Nessun commento:

Posta un commento