mercoledì 19 giugno 2019

MANTRA



La parola Mantra indica nel suo significato proprio ”veicolo o strumento del pensiero o del pensare”.

Possiamo paragonarla prosaicamente a quello che è il martello per il chiodo oppure il cacciavite per la vite ed effettivamente il Mantra null'altro è che questo: lo strumento che permette alla mente di fare una azione.

Dalla sua nascita, stiamo parlando dell’epoca dei Veda
fra il secondo e il primo millennio A.C., questo “strumento” è sempre stato una espressione sacra corrispondente ad un verso dei Veda stessi, ad una formula mistica o addirittura magica, ad un canto o una preghiera sacra.

In tutte le sue espressioni queste formule si potevano comunque ricondurre a testi considerati Sacri ed ancora oggi possiamo trovare questo afflato sacro nella ricerca di ogni tipo di mantra.

Senza ricorrere a testi vedici, chi si avvicina all’uso dei mantra non può fare a meno di utilizzare testi sacri per riconoscere ed utilizzare queste brevi frasi.

Dall’insegnamento vedico in poi sono moltissime le culture che hanno utilizzato in vari modi questa pratica.





Dal buddismo al cattolicesimo, magari cambiando nome od occultando il suo significato profondo con strati di spiegazioni differenti ma rimanendo simili ed invariati nella sostanza più profonda.

Abbiamo detto che il Mantra è una frase di origine sacra, nella nostra cultura millenial e soprattutto occidentale sembra non essere facile accedere a testi che possono essere considerati tali, forse perchè non siamo più abituati a ricercare il Sacro all’interno della nostra vita ma a ben pensare tutte le società e le culture hanno dei libri o dei testi che da sempre sono considerati tali.

Potendo fare dei brevi esempi la religione cristiana possiede i Vangeli che considera parola i Dio, la religione ebraica ha la Torah, il Corano come i testi Vedici e molti altri scritti ancora, che per diverse culture e popoli sono considerati tali.

In questo gran numero di scritti, questi testi hanno una cosa in comune che li rende sacri agli occhi di chi li segue ed è la considerazione che questi testi siano tali in quanto ispirati direttamente dal Divino, dall’Essere Superiore, dall’Entità Creatrice o da Colui che È.

Ovviamente ogni cultura utilizzerà prevalentemente il testo che per tradizione è abituato ad usare ed è normale questo, per chiunque sia nato e cresciuto all’ombra della chiesa cattolica avrà molte più possibilità di trovare il proprio Mantra nei Vangeli piuttosto che nella Bagavad Ghita ma questo è solo una questione culturale legata al territorio, nulla di più.

Assodato questo ovvero che il Mantra è una breve frase estratta da un qualsiasi testo Sacro dobbiamo capire il motivo per cui si chiama così : “Strumento della Mente”.




Per capirlo bene non possiamo che andare ad analizzare in che modo, da sempre, è utilizzato questo strumento.

Cosa serve alla nostra mente avere uno strumento, cosa se ne fa un cervello pensante di uno strumento, normalmente gli strumenti sono degli attrezzi che servono a fare delle azioni, sono dei mezzi che permettono di ottenere dei risultati ma il nostro cervello, la nostra mente non può fare altro che pensare, non può produrre altro che pensieri.

La nostra mente può comandare le nostre mani a creare o produrre cose ma certo lei, presa come entità a sé stante, se proprio vogliamo andare nel profondo non può che emettere selle vibrazioni elettrochimiche e null’altro.

Proprio questo è lo scopo del Mantra, fare in modo che la nostra mente emetta una particolare frequenza.

Mi spiego meglio, nella vita comune, lavorativa, casalinga o comunque alle prese con i fatti e gli accadimenti normali di qualsiasi persona, la nostra mente ha una attività cerebrale che è classificata con le onde beta ( 14 / 30 hertz) salvo momenti di particolare tensione dove si raggiungono le onge gamma ( 30 / 42 Hz) .

In un precedente articolo ho descritto i benefici della Meditazione Trascendentale ed è proprio in questa pratica che l’uso del Mantra ha la sua maggiore applicazione.





Per poter raggiungere uno stato di profonda concentrazione dobbiamo, come si è soliti dire, “spegnere i pensieri” che nella nostra società attuale è quasi una bestemmia, visto che siamo tutti alla ricerca e all’inseguimento di cose nuove, di sfide o di risultati, mentre al contrario la MT porta proprio a questo, al rallentamento delle attività fisiche e alla ricerca della pace interiore.

La nostra mente, come ogni altra parte del nostro organismo deve essere allenata a raggiungere questi stati di rilassamento profondo e il Mantra è esattamente questo, lo strumento che ci permette di abbassare le nostre onde cerebrali e di entrare nello stato di meditazione profonda.

Passeggiando nella natura, dopo una buona lettura, un massaggio o una lezione di yoga la nostra mente facilmente entra nel primo stato di rilassamento che sono le onde Alfa (9/ 13 Hz.), dove la nostra concentrazione è già maggiore e la nostra consapevolezza è migliorata, siamo facilitati a pensieri creativi e introspettivi.

Abituando la mente all’uso del Mantra, dopo le onde Alfa, è comprensibile che si possa passare ad uno stato più profondo raggiungendo le onde Theta ( 4/8 Hz) che è lo stato di meditazione, è il momento in cui la mente passa dal suo normale stato pensante e verbale al suo stato di concentrazione visiva tipica della meditazione.

Si passa da uno stato cognitivo pianificante ad uno stato di consapevole intuizione, la mente non pensa  ma “vede” le parole non hanno più senso ma sono sostituite da forme, figure e immagini molto differenti da un individuo all’altro, al raggiungimento di questo stato mentale facilmente  ci si fonde e confonde con la totalità dell’Essenza vitale.


Il più profondo stato di meditazione lo si raggiunge con le onde Delta (1 / 3 Hz)  che è forse un punto di arrivo dei praticanti esperti, questo stato è paragonabile al sonno profondo e senza sogni.


Rare volte questo stato mentale è raggiunto durante la meditazione e le esperienze riportate sono da ricondursi a situazioni mistiche paragonabili all’Estasi che si può definire come l’unione con il Tutto, con il Divino.

Comprendiamo quindi che l’uso del Mantra è fondamentale per chi si avvicina alla pratica della meditazione ma non soltanto l’utilizzo costante di queste brevi frasi anche nella vita di tutti i giorni ci da la possibilità di rimanere quasi costantemente in una situazione di benessere e tranquillità che ci difende dalla frenesia e dalle aggressioni di stili di vita quasi non più umani.

Abbiamo visto cos’è e a cosa ci può condurre l’uso del Mantra ora provo a descrivere le sue caratteristiche peculiari e come è più opportuno utilizzarlo.

Abbiamo detto che il Mantra è spesso tratto da libri ispirati ma questa è solo la prima delle sue caratteristiche, per poter essere usato al meglio deve possedere ancora due caratteristiche ovvero essere breve e deve poter essere pronunciato in due tempi.

Quest’ultima cosa è dovuta al fatto che lo legheremo indissolubilmente con la respirazione, della respirazione ne parlerò in un altro post, per il momento accettiamo che la migliore respirazione da effettuarsi durante qualsiasi tipo di relax è in modo fondamentale nella meditazione sia quella diaframmatica.

Durante l’atto inspiratorio la nostra mente (per il momento) pensa una parte del Mantra mentre nell’atto espiratorio “pensa” l’altra metà.

Per fare l’esempio di un Mantra generico tratto dalla religione cristiana, la frase “Signore pietà – Cristo pietà” fa ben comprendere le qualità del Mantra, ispirato, breve, in due tempi.

Ora, questa frase legata al respiro e utilizzata in stati di meditazione diventa davvero lo strumento che ci permette di staccare i pensieri e di abbassare le nostre onde cerebrali.





Più ci si avvicina alle onde Theta minore è l’uso del pensiero e anche questa frase diventa quello che è in sostanza, una semplice ma potente vibrazione.

Comprendiamo certamente che se riusciamo ad immaginare la Creazione come un tutt’uno di vibrazioni differenti fra loro, il nostro introdurci al suo interno non può essere fatto altrimenti che con una nostra ben precisa vibrazione, ed è per questo che il Mantra è personale, ognuno di noi vibra in modo diverso come anche le parole che compongono questa frase.

Possiamo affermare che metterci alla ricerca del nostro Mantra non significa altro che attendere che sia lui a trovare noi, il nostro compito è quello di aprirci e di essere disponibili e nel momento stesso che “incontriamo” il nostro Mantra lo capiremo immediatamente, semplicemente vibreremo assieme in modo intonato, gli altri che sceglieremo noi in modo conscio raramente risuoneranno nel nostro organismo.

L’incontro con il nostro Mantra è dirompente, tutte le cellule del nostro corpo lo riconosceranno e come in una orchestra sinfonica risuoneranno per creare quella splendida armonia che è la nostra essenza.




Non potremo confonderci o sbagliare, è quello e anche se provassimo a cambiarlo comprenderemo che non ci è più possibile, ormai ci ha scelto.

Questa conoscenza spesso non è immediata, potremo accorgerci che “quello” è proprio il mio anche in un tempo lungo, provando e riprovando, cambiando frase e ritornando a quello che sentiamo meglio, quasi fosse un allenamento reciproco, una reciproca conoscenza e poi, ad un certo momento, comprendiamo e da quel momento non si potrà più cambiare.


Buona Vita e Buon Mantra








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