La
parola Mantra indica nel suo significato proprio ”veicolo o strumento del
pensiero o del pensare”.
Possiamo
paragonarla prosaicamente a quello che è il martello per il chiodo oppure il
cacciavite per la vite ed effettivamente il Mantra null'altro è che questo: lo
strumento che permette alla mente di fare una azione.
Dalla
sua nascita, stiamo parlando dell’epoca dei Veda
fra il secondo e il primo millennio A.C., questo “strumento” è sempre stato una espressione sacra corrispondente ad un verso dei Veda stessi, ad una formula mistica o addirittura magica, ad un canto o una preghiera sacra.
fra il secondo e il primo millennio A.C., questo “strumento” è sempre stato una espressione sacra corrispondente ad un verso dei Veda stessi, ad una formula mistica o addirittura magica, ad un canto o una preghiera sacra.
In
tutte le sue espressioni queste formule si potevano comunque ricondurre a testi
considerati Sacri ed ancora oggi possiamo trovare questo afflato sacro nella ricerca
di ogni tipo di mantra.
Senza
ricorrere a testi vedici, chi si avvicina all’uso dei mantra non può fare a meno
di utilizzare testi sacri per riconoscere ed utilizzare queste brevi frasi.
Dall’insegnamento
vedico in poi sono moltissime le culture che hanno utilizzato in vari modi
questa pratica.
Dal
buddismo al cattolicesimo, magari cambiando nome od occultando il suo
significato profondo con strati di spiegazioni differenti ma rimanendo simili
ed invariati nella sostanza più profonda.
Abbiamo
detto che il Mantra è una frase di origine sacra, nella nostra cultura
millenial e soprattutto occidentale sembra non essere facile accedere a testi
che possono essere considerati tali, forse perchè non siamo più abituati a
ricercare il Sacro all’interno della nostra vita ma a ben pensare tutte le
società e le culture hanno dei libri o dei testi che da sempre sono considerati
tali.
Potendo
fare dei brevi esempi la religione cristiana possiede i Vangeli che considera
parola i Dio, la religione ebraica ha la Torah, il Corano come i testi Vedici e
molti altri scritti ancora, che per diverse culture e popoli sono considerati
tali.
In
questo gran numero di scritti, questi testi hanno una cosa in comune che li
rende sacri agli occhi di chi li segue ed è la considerazione che questi testi
siano tali in quanto ispirati direttamente dal Divino, dall’Essere Superiore,
dall’Entità Creatrice o da Colui che È.
Ovviamente
ogni cultura utilizzerà prevalentemente il testo che per tradizione è abituato
ad usare ed è normale questo, per chiunque sia nato e cresciuto all’ombra della
chiesa cattolica avrà molte più possibilità di trovare il proprio Mantra nei
Vangeli piuttosto che nella Bagavad Ghita ma questo è solo una questione
culturale legata al territorio, nulla di più.
Assodato
questo ovvero che il Mantra è una breve frase estratta da un qualsiasi testo
Sacro dobbiamo capire il motivo per cui si chiama così : “Strumento della
Mente”.
Per
capirlo bene non possiamo che andare ad analizzare in che modo, da sempre, è
utilizzato questo strumento.
Cosa
serve alla nostra mente avere uno strumento, cosa se ne fa un cervello pensante
di uno strumento, normalmente gli strumenti sono degli attrezzi che servono a
fare delle azioni, sono dei mezzi che permettono di ottenere dei risultati ma
il nostro cervello, la nostra mente non può fare altro che pensare, non può
produrre altro che pensieri.
La
nostra mente può comandare le nostre mani a creare o produrre cose ma certo
lei, presa come entità a sé stante, se proprio vogliamo andare nel profondo non
può che emettere selle vibrazioni elettrochimiche e null’altro.
Proprio
questo è lo scopo del Mantra, fare in modo che la nostra mente emetta una
particolare frequenza.
Mi spiego
meglio, nella vita comune, lavorativa, casalinga o comunque alle prese con i fatti
e gli accadimenti normali di qualsiasi persona, la nostra mente ha una attività
cerebrale che è classificata con le onde beta ( 14 / 30 hertz) salvo momenti di
particolare tensione dove si raggiungono le onge gamma ( 30 / 42 Hz) .
In un
precedente articolo ho descritto i benefici della Meditazione Trascendentale ed
è proprio in questa pratica che l’uso del Mantra ha la sua maggiore
applicazione.
Per poter
raggiungere uno stato di profonda concentrazione dobbiamo, come si è soliti
dire, “spegnere i pensieri” che nella nostra società attuale è quasi una
bestemmia, visto che siamo tutti alla ricerca e all’inseguimento di cose nuove,
di sfide o di risultati, mentre al contrario la MT porta proprio a questo, al
rallentamento delle attività fisiche e alla ricerca della pace interiore.
La nostra
mente, come ogni altra parte del nostro organismo deve essere allenata a
raggiungere questi stati di rilassamento profondo e il Mantra è esattamente
questo, lo strumento che ci permette di abbassare le nostre onde cerebrali e di
entrare nello stato di meditazione profonda.
Passeggiando
nella natura, dopo una buona lettura, un massaggio o una lezione di yoga la
nostra mente facilmente entra nel primo stato di rilassamento che sono le onde
Alfa (9/ 13 Hz.), dove la nostra concentrazione è già maggiore e la nostra
consapevolezza è migliorata, siamo facilitati a pensieri creativi e
introspettivi.
Abituando
la mente all’uso del Mantra, dopo le onde Alfa, è comprensibile che si possa
passare ad uno stato più profondo raggiungendo le onde Theta ( 4/8 Hz) che è lo
stato di meditazione, è il momento in cui la mente passa dal suo normale stato
pensante e verbale al suo stato di concentrazione visiva tipica della
meditazione.
Si passa
da uno stato cognitivo pianificante ad uno stato di consapevole intuizione, la
mente non pensa ma “vede” le parole non hanno
più senso ma sono sostituite da forme, figure e immagini molto differenti da un
individuo all’altro, al raggiungimento di questo stato mentale facilmente ci si fonde e confonde con la totalità dell’Essenza
vitale.
Il più
profondo stato di meditazione lo si raggiunge con le onde Delta (1 / 3 Hz) che è forse un punto di arrivo dei praticanti
esperti, questo stato è paragonabile al sonno profondo e senza sogni.
Rare volte
questo stato mentale è raggiunto durante la meditazione e le esperienze
riportate sono da ricondursi a situazioni mistiche paragonabili all’Estasi che
si può definire come l’unione con il Tutto, con il Divino.
Comprendiamo
quindi che l’uso del Mantra è fondamentale per chi si avvicina alla pratica
della meditazione ma non soltanto l’utilizzo costante di queste brevi frasi
anche nella vita di tutti i giorni ci da la possibilità di rimanere quasi
costantemente in una situazione di benessere e tranquillità che ci difende
dalla frenesia e dalle aggressioni di stili di vita quasi non più umani.
Abbiamo
visto cos’è e a cosa ci può condurre l’uso del Mantra ora provo a descrivere le
sue caratteristiche peculiari e come è più opportuno utilizzarlo.
Abbiamo
detto che il Mantra è spesso tratto da libri ispirati ma questa è solo la prima
delle sue caratteristiche, per poter essere usato al meglio deve possedere
ancora due caratteristiche ovvero essere breve e deve poter essere pronunciato
in due tempi.
Quest’ultima
cosa è dovuta al fatto che lo legheremo indissolubilmente con la respirazione, della
respirazione ne parlerò in un altro post, per il momento accettiamo che la
migliore respirazione da effettuarsi durante qualsiasi tipo di relax è in modo
fondamentale nella meditazione sia quella diaframmatica.
Durante
l’atto inspiratorio la nostra mente (per il momento) pensa una parte del Mantra
mentre nell’atto espiratorio “pensa” l’altra metà.
Per fare
l’esempio di un Mantra generico tratto dalla religione cristiana, la frase “Signore
pietà – Cristo pietà” fa ben comprendere le qualità del Mantra, ispirato,
breve, in due tempi.
Ora,
questa frase legata al respiro e utilizzata in stati di meditazione diventa
davvero lo strumento che ci permette di staccare i pensieri e di abbassare le
nostre onde cerebrali.
Più ci
si avvicina alle onde Theta minore è l’uso del pensiero e anche questa frase
diventa quello che è in sostanza, una semplice ma potente vibrazione.
Comprendiamo
certamente che se riusciamo ad immaginare la Creazione come un tutt’uno di
vibrazioni differenti fra loro, il nostro introdurci al suo interno non può essere
fatto altrimenti che con una nostra ben precisa vibrazione, ed è per questo che
il Mantra è personale, ognuno di noi vibra in modo diverso come anche le parole
che compongono questa frase.
Possiamo
affermare che metterci alla ricerca del nostro Mantra non significa altro che
attendere che sia lui a trovare noi, il nostro compito è quello di aprirci e di
essere disponibili e nel momento stesso che “incontriamo” il nostro Mantra lo
capiremo immediatamente, semplicemente vibreremo assieme in modo intonato, gli
altri che sceglieremo noi in modo conscio raramente risuoneranno nel nostro
organismo.
L’incontro
con il nostro Mantra è dirompente, tutte le cellule del nostro corpo lo
riconosceranno e come in una orchestra sinfonica risuoneranno per creare quella
splendida armonia che è la nostra essenza.
Non potremo
confonderci o sbagliare, è quello e anche se provassimo a cambiarlo
comprenderemo che non ci è più possibile, ormai ci ha scelto.
Questa conoscenza
spesso non è immediata, potremo accorgerci che “quello” è proprio il mio anche
in un tempo lungo, provando e riprovando, cambiando frase e ritornando a quello
che sentiamo meglio, quasi fosse un allenamento reciproco, una reciproca conoscenza
e poi, ad un certo momento, comprendiamo e da quel momento non si potrà più
cambiare.
Buona
Vita e Buon Mantra
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