venerdì 14 giugno 2019

MEDITAZIONE


Da anni ormai si sente parlare di meditazione in svariate forme e tecniche molti pensano che sia una pratica di rilassamento o una forma di crescita spirituale derivata da culture orientali o dalla società post figli dei fiori con tanto di barba e capelli lunghi.

Effettivamente in oriente
e soprattutto in India, la meditazione è parte integrante della vita quotidiana delle persone mentre in occidente è stata conosciuta a metà del secolo scorso portata dal mistico e filosofo Maharishi Mahesh Yogi che fondò le scuole di Meditazione Trascendentale attive ancor oggi.

Dobbiamo comprendere che la Meditazione è una tecnica utile a molti scopi, dal rilassamento alla crescita personale al benessere e alla propria salute non solo spirituale, quindi essendo una tecnica è possibile apprenderla, insegnarla e soprattutto è possibile variarla.

Nei secoli sono andate formandosi moltissime scuole di meditazione, in questo mio piccolo contributo mi voglio soffermare solo su un tipo di tecnica che per mia formazione ho potuto sperimentare per anni e sto parlando della Meditazione Trascendentale

Vero è che in occidente questo tipo di meditazione ha avuto, come detto, un impulso molto grande dalla scuola di Maharishi Mahesh Yogi, tuttavia non possiamo considerarlo il padre della Meditazione Trascendentale ( MT) .

Essa affonda le sue radici a molti secoli prima, moltissimi monaci, eremiti, santoni e pellegrini hanno utilizzato questa tecnica, e molto spesso di religioni diverse fra loro.
Il motivo per cui questo modo di meditare è così antico credo sia dovuto alla sua semplicità, al suo NIENTE, e in questo sta la sua potenza.

Per poter comprendere una cosa semplice dobbiamo fare uno sforzo più grande che se fosse complicata, se così fosse potrei parlare di formule, di progetti, di leggi fisiche o meccaniche e invece la cosa basilare è il semplice respiro.

Mentre stai leggendo stai respirando come anche quando smetterai, quando ti alzerai per compiere le tue azioni quotidiane, inutile continuare a fare esempi, respiri sempre, da quando sei nato e dopo, chissà forse cambierai soltanto il modo di farlo o entrerai in n altro tipo di respiro, chissà.

Tutta la MT è legata in modo indissolubile al respiro, null’altro.
In un corso che frequentai, ci fu una signora che si arrabbiò tantissimo, quasi insultando l’insegnante che “pretendeva” di insegnarle a respirare ( “Sono più di 50 anni che respiro e lei vuole insegnarmi come si fa !!!”) e alzandosi se ne andò furiosa nello sbigottimento generale.


Si, è vero, la maggior parte delle persone pur respirando da sempre lo fa in modo errato, non completo o utilizzando solo parti dell’apparato respiratorio.
In poche parole, nella MT e possibilmente sempre, si dovrebbe utilizzare la respirazione diaframmatica ovvero facendo compiere l’atto respiratorio prevalentemente dal muscolo diaframma.

Per accorgersi se stiamo respirando in questo modo oppure no è molto semplice, basta mettere una mano sull’addome e l’altra sul torace e se respirando la prima si muove e l’altra è ferma, siamo certi di respirare con il diaframma.

Non è difficile imparare, un po' di allenamento e ci si riesce sicuramente.

Il motivo che si predilige questa respirazione è anch’esso molto semplice seppur fondamentale.

Durante la MT si cerca come obiettivo di “staccare la mente” ovvero di fermare i pensieri e questo avviene con l’allenamento e passando attraverso il corpo che si cercherà di rilassare il più possibile.
È ovvio che se il nostro cervello deve mandare dei segnali per far muovere delle parti del nostro organismo non potrà mai essere totalmente “spento” e visto che non possiamo interrompere l’atto respiratorio dobbiamo utilizzare dei muscoli che siano possibilmente autonomi nel loro contrarsi e rilassarsi.

Il cuore è un muscolo di questo tipo totalmente autonomo, scientificamente detto involontario cioè che si contrae senza intervento del cervello, il diaframma è invece uno di quei rari muscoli, forse l’unico, che può contrarsi volontariamente oppure no e quindi durante la fase profonda della meditazione permette la respirazione pur non avendo segnali da parte del cervello.


Tutto questo è molto bello, semplice e pratico, come tutte le cose ha bisogno di un allenamento e in questo caso non è intensivo ma solo continuo.

Non serve fare 5 o 6 ore di meditazione al giorno, magari pochi minuti ma costantemente ogni giorno, la MT è un orticello da curare ogni giorno per poco tempo, e come la terra darà i frutti nella stagione giusta per noi.

I pomodori non hanno bisogno di una tonnellata d’acqua in un giorno e di siccità per dei mesi, ma di poca irrigazione giornaliera se vogliamo gustarne i frutti succosi.

Certamente la tradizione, che altro non è che esperienza, ci viene in aiuto raccomandandoci di utilizzare un buon TRAINING AUTOGENO per rilassare il corpo che possibilmente deve stare in una posizione comoda con la schiena diritta, in un ambiente silenzioso e accogliente, se si è in gruppo è bene che gli uomini siano alla sinistra delle donne per aiutarci a vicenda, come anche le persone che praticano da più tempo stiano davanti e i neofiti alle loro spalle.



L’alimentazione, la pulizia e non solo quella corporea, le pratiche salutistiche sono di aiuto nella MT certamente.

È ovvio che per correre una maratona ci si debba allenare, come anche se la voglio correre agonisticamente gli allenamenti dovranno cambiare e se vogliamo vincere le olimpiadi dovranno essere prese tutte le precauzioni possibili sotto ogni punto di vista, nulla sarà lasciato al caso, la stessa cosa per la MT.

La tradizione insegna poi, una pratica importantissima se non fondamentale che è quella dell’uso dei Mantra di cui parlerò meglio in un altro post.

In due parole il Mantra può essere spiegato come il cacciavite per usare le viti, o come il martello per il chiodo, è lo strumento per fare una azione.

Anche questo è legato alla respirazione ed è una breve frase recitata ad ogni atto respiratorio che aiuta enormemente nel rilassamento corporeo o quantomeno nello spegnere la sciarada di pensieri che normalmente affollano la nostra mente.

Finora ho accennato solamente all’utilizzo della MT esclusivamente per un benessere personale tuttavia è risaputo e comprovato che tantissime patologie hanno un supporto enorme da questa pratica.

Problemi relativi a stress traumatici, depressione, insonnia, addirittura problemi di relazione interpersonale trovano nella MT un ottimo aiuto.


È mia convinzione che l’utilizzo di questo bellissimo metodo possa prevenire molti danni al nostro organismo, il nostro sistema immunitario durante le sedute di Mt ha modo di rigenerarsi assieme ad una nostra maggiore presa di coscienza delle nostre capacità di autoguarigione.

Sicuramente il nostro corpo ha modo di raggiungere uno stato di riposo sconosciuto con il sonno notturno o con il semplice comune rilassamento, questo è comprovato dalle emissioni delle nostre onde cerebrali misurabili con un EEG durante la fase meditativa .

Quando la MT è eseguita per un certo tempo ed in modo adeguato possiamo riscontrare un aumento delle nostre capacità mentali e delle nostre prestazioni, soprattutto una maggior consapevolezza di noi e del “momento”, quello che viene comunemente tradotto nel “Qui ed Ora” ripreso molto dalla pratica indiana del Tantra che molto ha in comune con la Mt.

Sappiamo anche dell’emissione di ormoni “ della felicità” e un calo drastico di quelli dello stress, il mio maestro di meditazione  dopo la prima lezione  chiedeva sempre di guardarci negli occhi l’un l’altro e vi posso assicurare che si vedevano persone completamente differenti.

Conseguenza di questo è una migliore qualità di vita , allontanando le negatività e aumentando le nostre energie psichiche, aumentando la nostra creatività e vitalità.

Sono convinto che la pratica costante della MT potrebbe aiutarci a vivere meglio con noi stessi e spesso anche con gli altri che non tarderanno a riconoscere che qualcosa in noi è cambiato senza neppure che ce ne accorgiamo, la meditazione lavora nel nostro profondo, lima e smussa, porta a galla le nostre cose migliori e ci fa cedere le meno piacevoli.

Un mondo di “meditanti” sarebbe senz’altro migliore e più piacevole da abitare.



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