Da
anni ormai si sente parlare di meditazione in svariate forme e tecniche molti
pensano che sia una pratica di rilassamento o una forma di crescita spirituale
derivata da culture orientali o dalla società post figli dei fiori con tanto di
barba e capelli lunghi.
Dobbiamo
comprendere che la Meditazione è una tecnica utile a molti scopi, dal
rilassamento alla crescita personale al benessere e alla propria salute non
solo spirituale, quindi essendo una tecnica è possibile apprenderla, insegnarla
e soprattutto è possibile variarla.
Nei
secoli sono andate formandosi moltissime scuole di meditazione, in questo mio
piccolo contributo mi voglio soffermare solo su un tipo di tecnica che per mia
formazione ho potuto sperimentare per anni e sto parlando della Meditazione Trascendentale
Vero è
che in occidente questo tipo di meditazione ha avuto, come detto, un impulso
molto grande dalla scuola di Maharishi Mahesh Yogi, tuttavia non possiamo
considerarlo il padre della Meditazione Trascendentale ( MT) .
Essa
affonda le sue radici a molti secoli prima, moltissimi monaci, eremiti, santoni
e pellegrini hanno utilizzato questa tecnica, e molto spesso di religioni
diverse fra loro.
Il
motivo per cui questo modo di meditare è così antico credo sia dovuto alla sua
semplicità, al suo NIENTE, e in questo sta la sua potenza.
Per
poter comprendere una cosa semplice dobbiamo fare uno sforzo più grande che se
fosse complicata, se così fosse potrei parlare di formule, di progetti, di
leggi fisiche o meccaniche e invece la cosa basilare è il semplice respiro.
Mentre
stai leggendo stai respirando come anche quando smetterai, quando ti alzerai
per compiere le tue azioni quotidiane, inutile continuare a fare esempi,
respiri sempre, da quando sei nato e dopo, chissà forse cambierai soltanto il
modo di farlo o entrerai in n altro tipo di respiro, chissà.
Tutta
la MT è legata in modo indissolubile al respiro, null’altro.
In un
corso che frequentai, ci fu una signora che si arrabbiò tantissimo, quasi
insultando l’insegnante che “pretendeva” di insegnarle a respirare ( “Sono più
di 50 anni che respiro e lei vuole insegnarmi come si fa !!!”) e alzandosi se
ne andò furiosa nello sbigottimento generale.
Si, è
vero, la maggior parte delle persone pur respirando da sempre lo fa in modo
errato, non completo o utilizzando solo parti dell’apparato respiratorio.
In
poche parole, nella MT e possibilmente sempre, si dovrebbe utilizzare la
respirazione diaframmatica ovvero facendo compiere l’atto respiratorio
prevalentemente dal muscolo diaframma.
Per
accorgersi se stiamo respirando in questo modo oppure no è molto semplice,
basta mettere una mano sull’addome e l’altra sul torace e se respirando la
prima si muove e l’altra è ferma, siamo certi di respirare con il diaframma.
Non è
difficile imparare, un po' di allenamento e ci si riesce sicuramente.
Il
motivo che si predilige questa respirazione è anch’esso molto semplice seppur
fondamentale.
Durante
la MT si cerca come obiettivo di “staccare la mente” ovvero di fermare i
pensieri e questo avviene con l’allenamento e passando attraverso il corpo che
si cercherà di rilassare il più possibile.
È
ovvio che se il nostro cervello deve mandare dei segnali per far muovere delle
parti del nostro organismo non potrà mai essere totalmente “spento” e visto che
non possiamo interrompere l’atto respiratorio dobbiamo utilizzare dei muscoli
che siano possibilmente autonomi nel loro contrarsi e rilassarsi.
Il
cuore è un muscolo di questo tipo totalmente autonomo, scientificamente detto
involontario cioè che si contrae senza intervento del cervello, il diaframma è
invece uno di quei rari muscoli, forse l’unico, che può contrarsi
volontariamente oppure no e quindi durante la fase profonda della meditazione
permette la respirazione pur non avendo segnali da parte del cervello.
Tutto
questo è molto bello, semplice e pratico, come tutte le cose ha bisogno di un
allenamento e in questo caso non è intensivo ma solo continuo.
Non
serve fare 5 o 6 ore di meditazione al giorno, magari pochi minuti ma
costantemente ogni giorno, la MT è un orticello da curare ogni giorno per poco
tempo, e come la terra darà i frutti nella stagione giusta per noi.
I
pomodori non hanno bisogno di una tonnellata d’acqua in un giorno e di siccità
per dei mesi, ma di poca irrigazione giornaliera se vogliamo gustarne i frutti
succosi.
Certamente
la tradizione, che altro non è che esperienza, ci viene in aiuto
raccomandandoci di utilizzare un buon TRAINING AUTOGENO per rilassare il corpo
che possibilmente deve stare in una posizione comoda con la schiena diritta, in
un ambiente silenzioso e accogliente, se si è in gruppo è bene che gli uomini
siano alla sinistra delle donne per aiutarci a vicenda, come anche le persone
che praticano da più tempo stiano davanti e i neofiti alle loro spalle.
L’alimentazione,
la pulizia e non solo quella corporea, le pratiche salutistiche sono di aiuto nella
MT certamente.
È
ovvio che per correre una maratona ci si debba allenare, come anche se la
voglio correre agonisticamente gli allenamenti dovranno cambiare e se vogliamo
vincere le olimpiadi dovranno essere prese tutte le precauzioni possibili sotto
ogni punto di vista, nulla sarà lasciato al caso, la stessa cosa per la MT.
La
tradizione insegna poi, una pratica importantissima se non fondamentale che è
quella dell’uso dei Mantra di cui parlerò meglio in un altro post.
In due
parole il Mantra può essere spiegato come il cacciavite per usare le viti, o
come il martello per il chiodo, è lo strumento per fare una azione.
Anche
questo è legato alla respirazione ed è una breve frase recitata ad ogni atto
respiratorio che aiuta enormemente nel rilassamento corporeo o quantomeno nello
spegnere la sciarada di pensieri che normalmente affollano la nostra mente.
Finora
ho accennato solamente all’utilizzo della MT esclusivamente per un benessere
personale tuttavia è risaputo e comprovato che tantissime patologie hanno un
supporto enorme da questa pratica.
Problemi
relativi a stress traumatici, depressione, insonnia, addirittura problemi di
relazione interpersonale trovano nella MT un ottimo aiuto.
È mia
convinzione che l’utilizzo di questo bellissimo metodo possa prevenire molti
danni al nostro organismo, il nostro sistema immunitario durante le sedute di
Mt ha modo di rigenerarsi assieme ad una nostra maggiore presa di coscienza
delle nostre capacità di autoguarigione.
Sicuramente
il nostro corpo ha modo di raggiungere uno stato di riposo sconosciuto con il
sonno notturno o con il semplice comune rilassamento, questo è comprovato dalle
emissioni delle nostre onde cerebrali misurabili con un EEG durante la fase
meditativa .
Quando
la MT è eseguita per un certo tempo ed in modo adeguato possiamo riscontrare un
aumento delle nostre capacità mentali e delle nostre prestazioni, soprattutto
una maggior consapevolezza di noi e del “momento”, quello che viene comunemente
tradotto nel “Qui ed Ora” ripreso molto dalla pratica indiana del Tantra che
molto ha in comune con la Mt.
Sappiamo
anche dell’emissione di ormoni “ della felicità” e un calo drastico di quelli
dello stress, il mio maestro di meditazione dopo la prima lezione chiedeva sempre di guardarci negli occhi l’un
l’altro e vi posso assicurare che si vedevano persone completamente differenti.
Conseguenza
di questo è una migliore qualità di vita , allontanando le negatività e
aumentando le nostre energie psichiche, aumentando la nostra creatività e
vitalità.
Sono
convinto che la pratica costante della MT potrebbe aiutarci a vivere meglio con
noi stessi e spesso anche con gli altri che non tarderanno a riconoscere che
qualcosa in noi è cambiato senza neppure che ce ne accorgiamo, la meditazione
lavora nel nostro profondo, lima e smussa, porta a galla le nostre cose
migliori e ci fa cedere le meno piacevoli.
Un
mondo di “meditanti” sarebbe senz’altro migliore e più piacevole da abitare.
Buona
Vita e Buona Meditazione
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