martedì 21 maggio 2019

MOXA


La Moxa è ormai a buon diritto entrata nelle pratiche olistiche degli ultimi decenni è, in sintesi, una tecnica basata sul riscaldamento cutaneo in corrispondenza dei punti di agopuntura .

Per l’esattezza dovemmo chiamare Moxibustione la tecnica e Moxa lo strumento per eseguirla ma ormai posso dire che questi due termini si equivalgono.

Esattamente si tratta dell’utilizzo di un’erba molto comune -Artemisia vulgaris- che è reperibile in tutta Europa e in Asia nei climi temperati.

Ogni luogo ha la propria sottospecie tant’è che quando la moxa comparve in occidente si parlava solo di Artemisia Cinensis di chiara provenienza cinese dove la moxa nacque millenni or sono assieme alla medicina cinese e all’agopuntura.

La tradizione vuole che l’erba venga raccolta la notte di S. Giovanni in pratica al solstizio d’estate.

Questa notte è davvero particolare in erboristeria, sono tantissime le piante che si raccolgono in quella notte, è chiaro che le energie sono differenti e le piante ne risentono regalandoci tutte le loro proprietà terapeutiche in abbondanza.

Dopo una essiccatura all’ombra e all’aria viene triturata cercando di evitare il contatto con strumenti o contenitori di metallo ferroso ( il falcetto d’oro dei Druidi non era casuale).

L’Artemisia è un’erba molto fibrosa e triturandola si ottiene una massa molto lanosa-stopposa che viene poi confezionata, per pressatura, sotto forma di palline, coni o bastoncini tipo sigari di una ventina di centimetri di lunghezza e circa 2 di diametro.

Le prime due forme vengono posizionate direttamente sulla cute in corrispondenza di punti ben precisi di agopuntura e accesi, lasciandoli consumare per pochi minuti, ovviamente vengono tolti quando il calore diventa insopportabile.

In molti casi si è riscontrata una sinergia molto importante con la pianta dell’aglio ( Allium Sativum) che viene utilizzata tagliano a dischetti di circa 2 millimetri di spessore e interposti tra la cute e l’erba in modo da evitare il contatto diretto dell’artemisia ma anche utilizzando i principi attivi dell’aglio.

Lo stesso viene fatto con il tubero dello zenzero ( Zingiber Officinalis) che viene utilizzato soprattutto per la tonificazione energetica dei punti su cui è applicato.

Queste due ultime tecniche sono relative alla moxibustione giapponese che utilizza molto di più la somministrazione di calore su punti ben precisi della mappa di agopuntura, mentre la moxibustione cinese predilige la somministrazione di calore su zone più estese.
L’uso più comune della Moxa resta tuttavia il sigaro, per praticità, sicurezza ma anche e soprattutto per la possibilità di utilizzare questo calore su parti molto estese della cute.

Con i sigari possiamo effettivamente agire su zone intere spostandoci lentamente con il sigaro lungo i meridiani energetici come sulla muscolatura.

La scelta dell’Artemisia non è casuale ma sicuramente dettata in principio da sperimentazione diretta e intuizione dei terapisti dell’epoca ma oggi, con altri strumenti a disposizione sappiamo che il calore fornito dalla brace di Artemisia ha una frequenza infrarossa capace di penetrare nella cute umana molto più a fondo di altre sostanze senza causare problemi .

Per esempio non è possibile utilizzare le braci di rametti di legno o peggio ancora il tabacco perché hanno un calore totalmente differente.



Il calore della moxa, secondo l’uso che se ne fa può passare dall’acuto, come la puntura di uno spillo, al morbido e “largo” come un panno molto caldo.

Oggi sono prodotti dei sigari particolari detti “senza fumo” e addirittura delle moxe elettriche che tentano di imitare il calore dell’artemisia, per quel che mi riguarda non ne sono convinto, è vero che il fumo generato dalla moxa è intenso e persistente negli ambienti tuttavia credo che nulla possa sostituirsi alla natura.

Come abbiamo detto la Moxa è utilizzata soprattutto sui punti e meridiani di agopuntura, quindi le patologie su cui può intervenire la moxibustione sono le stesse su cui interviene l’agopuntura, tuttavia possiamo utilizzare i sigari anche fuori da questa tecnica e quindi si utilizza con successo sulla muscolatura e sulle articolazioni in caso di artrite o di contratture, sulla sciatica e cervicalgia.

Personalmente ho riscontrato ottimi risultati nella sinusite e nei dolori mestruali.
So per certo che in alcuni ospedali la moxa è utilizzata in ginecologia nei casi di parto podalico con una percentuale altissima di successi che spesso sono immediati durante il trattamento stesso, trattamento che deve essere effettuato attorno alla 32°/34° settimana.

Viene utilizzata spesso per tonificare l’organismo in caso di stanchezza prolungata come nella depressione assieme ad altre pratiche olistiche, in andrologia e ginecologia nei disturbi a carico della sfera sessuale.



La moxa è molto versatile come trattamento, la praticità dei sigari permette un utilizzo rapido in qualsiasi momento serva.

Avere qualche sigaro in casa è una sicurezza contro tantissime cose, addirittura morsi di insetti o zanzare, cose molto semplici, soprattutto come molte di queste tecniche ha pochissime controindicazioni che possono essere riassunte in questo specchietto:

·                     Ipertensione arteriosa
·                    Età , mai sotto i 7 anni
·                   Stati febbrili in atto
·                  Problemi cutanei, psoriasi, ferite
·                 Diabete

Attingere alla sapienza antica attraverso strumenti semplici come la moxa da sempre molte soddisfazioni, quando si usano questi sigari e si apre la mente a tutti quei terapeuti che in millenni ne hanno codificato e affinato le tecniche l’uso, si entra in un mondo differente, si attinge ad una sapienza antica, che si concentra sulla nostra mano attraverso questo sigaro.


Buona Vita



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